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1933

by Campidilimoni

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1.
1934 00:59
2.
Dettagli 03:13
Vengo dal mio ghetto personale con la mia CNN personale sono il mio telegiornale personale chiedimi i dettagli mi piace farmi odiare Per raccontare storie basta viverle però devo riviverle per scriverle, per questo voglio ucciderle tu pensi che io sia sensibile? ti sbagli, è solo che i dettagli li detesto, e metterli in un testo è un gesto stupido inutile come il sesso lo sai, non scrivo mica testi, scatto foto, puoi vederci ciò che vuoi quando dico “spazio vuoto” se per caso poi fraintendi, tranquillo, è solo un gioco e allora io dimentico divento mementico scrivo un testo asettico il tema circumnavigo piuttosto che spiegarti ti vedo scettico perché ti sembra oscuro l'argomento o perchè non commento in modo alquanto didascalico un evento … e forse sono solo l'ultimo pudìco in mezzo al pubblico che pensa che una biopornografia lo renda lurido, ma é un peccato che sia l'unico rit. sono un quadro senza niente solamente una cornice si dice di me che sono un vuoto di dettagli, senza figli, senza mogli, senza cani: mezzo uomo lasciami da solo che parlo un po' da solo è tempo di finirla con domande come “cosa c'è di nuovo?”, di nuovo non ho nessun amico, alcun tesoro o un lavoro vivo perché devo bevo solo perché sono: penso quindi muoio Se vuoi dettagli ne ho a bizzeffe, tristezze, dozzinali per le masse proprio come le emmesse l'interesse cresce parallelamente al pathos, l'utente si diverte come se facesse sesso scatenato peccato che le cose che potrei anche raccontare per attrarre siano tristi come Bambi, banali come slogan pacifisti scritti dal Mahatma Ghandi autocensurarsi per non rivelare troppo ciò che sotto pelle scorre a volte è un obbligo e i dialoghi sul tempo hanno il loro scopo logico io come al solito divago un po' su quello che mi accade ma è il non detto che rivela, è una non parola chiave da gridare per caso ti sei chiesto come mai in questo testo io non parlo di mio padre? sono inutili dettagli quelli che la gente vuole posso darti sensazioni, non immagini in parole rit.
3.
Da quando da lassù ci hanno fatto il voodoo corro un solo vero rischio sto con te a tu per tu io sto vis a vis con il pericolo fin da quand'ero piccolo, come succede a tutti suppergiù e però ho sofferto un po' di più di recente ma sapevo che potevo uscirne più che facilmente bastava un solo treno e mi lasciavo tutto dietro, ero talmente bravo che non c'ero anche quando ti vedevo, potevo far di più lo so benissimo se fossi stato onesto avrei sconfitto il pessimismo sfidarlo schiaffeggiandolo col guanto, non l'ho fatto sono stato molto stolto come chi non guarda in alto le cose spesso cambiano, ma io sono lo stesso in pratica non cresco, e da vent'anni faccio schifo per il modo in cui mi vesto, ma il punto non è questo il punto è che un evento non dà vita a un cambiamento per quanto grave sia l'universo non fa silenzio e io non sono adulto malgrado sia quasi vecchio vorrei davvero essere diverso, non un essere diverso ma soltanto un po' più buono di quanto risulti adesso, mi sento inadeguato a te perchè per me esisti sebbene abbiamo perso un terzo proprio come i Beastie tu resisti, lo sponsor dei miei dischi è il più grande dei miei rischi, se consideri che un uomo senza affetti non si tocca come cesare Battisti sei il mio punto debole, la prima delle regole che se non segui fai un brutta fine, sei la cosa che è più simile all'amore però non mi puoi tradire non mi deludere resta il più possibile ti devo dimostrare che anche io sono sensibile tu dammi una mano, vorrei farti sorridere non basta un naso finto quello al massimo fa ridere mi scuso se per caso ti ho delusa avrei scommesso che fosse tutto uno scherzo e che qualcuno uscisse e mi dicesse “non è vero” la vita non è un film in bianco e nero, ma è la morte che resta sempre un mistero (x2)
4.
Venerdì 02:06
Odio i venerdì, così come i ristoranti potrei odiare i gay perché non sono come gli altri ma i gay sono innocenti, il venerdì invece no sottolinea con violenza tutto quello che non ho Se arriva mi segrego, faccio come Gregor Samsa barricato nella stanza guardo films anni ottanta è un immaginario andato però é il solo che mi salva la compagnia mi stanca specialmente se si parla di settimana bianca, di vacanza, di nausea da gravidanza, mi detesto già abbastanza, vi tengo un po' a distanza, per non ascoltarvi bacerei in bocca Blanka oppure Dhalsim o anche Honda con il tanga ho una vita che è una fiaba: cioè la volpe e l'uva c'è chi ha avuto molte donne, io ne ho persa una c'è che si realizza perché ha molta più fortuna io mi limito a scoprire se esiste una via di fuga non so bene cosa però qui qualcosa manca non credo che sia donna, figlio cane, conto in banca quello che mi manca di certo non è dramma ma mi lascia con in testa una domanda come un mantra perché il venerdì mi sembra sempre una supposta mi chiedo senza sosta, ma non giunge una risposta la televisione manda in onda film vetusti li guardo e penso che gli esseri umani siano ingiusti perché non vi piaccio, ma che male faccio? ogni venerdì è un incentivo per lo spaccio. se esco mi deprimo mi intristisco se resto, non riesco a immaginarmi che mi sposo e tutto il resto piuttosto resto qui, qui da solo con la tele, mi faccio intrattenere dalle serie per star bene non conta se vi sembro una compila di miserie chi non capovolge Kafka morirà per troppe cene
5.
Ero(e) 03:36
Ho sognato che ero io, in versione migliore lavoravo e non facevo alcun errore, 8 ore di incessante perfezione con il cuore che era simile a un motore ero un eroe borghese super con il tipico aspetto di un drogato di computer però sottocute avevo un daimon sconfinato il mio potere? era che lo dominavo ero piuttosto bravo e avevo amici che mi amavano li amavo ma non li chiamavo in quanto più che autonomo ero un uomo economo, vivevo comodo ma odiavo sprechi come se fossi un uomo molto povero la mia esistenza era normale ma anche strana un film di kiarostami con spruzzi di paola e chiara e non odiavo nessuno, neanche gli ingrati nel mio sogno avevo un figlio di 30 anni con gli occhiali non so se lo capisse ma per lui vivevo gratis piano piano se mi svegli fallo piano sogno un me migliore del mio me sul mercato voglio solo stare un po' di tempo scollegato ytttttttttttttttttil mio surrogato è il meglio che abbia mai sognato Il mio sogno era ambiguo a tratti tutto bello, a tratti assai cattivo era simile alla vita ma nel sogno non mentivo, gestivo situazioni negative con la calma e il sangue freddo di un cecchino, evitavo di impazzire come fossi un ragazzino, mi lavavo, lavoravo, non bevevo, non uscivo! forse ero noioso, ma almeno non avevo un promemoria con su scritto “sono vivo e sono figo” E il sogno che facevo non era statunitense avevo doti immense ma anche dei difetti enormi in particolare odiavo impormi e dare ordini io ero come gli altri ma con ben altri propositi Volevo solo stare con mio figlio e la mia Eva, la prova che in effetti sulla terra un Eden c'era, era come un sogno ma sembrava vita vera una splendida stagione che speravo restasse incompleta piano piano se mi svegli fallo piano sogno un me migliore del mio me sul mercato voglio solo stare un po' di tempo scollegato il mio surrogato è il meglio che abbia mai sognato

about

Il disco riassume tutte le sensazioni negative di un periodo piuttosto negativo, il titolo si riferisce infatti al libro di John Fante “1933, un anno terribile”. La sfida era raccogliere tutte queste sensazioni e inserirle in un disco senza risultare troppo melodrammatici. L'apporto più importante al disco è stato quello offerto da gimonti (da scrivere rigorosamente tutto in minuscolo), un producer di Latina che ha curato la produzione artistica del tutto (quindi non solamente la realizzazione dei beat). A differenza del lavoro precedente è un disco che si accosta alla grammatica musicale dell'hip hop vero e proprio, e a livello di linguaggio dei testi abbandona completamente la dimensione astratta dell'esordio, sposando una sorta di poetica del concreto. Lo si potrebbe definire un disco rap vero e proprio, se non fosse per il fatto che non parla della scena, delle metriche e delle canne. In compenso parla un po' di donne, ma non nella maniera in cui si potrebbe pensare.

credits

released October 3, 2016

tutti i testi di Sebastian Procaccini

prodotto da Gian Marco Monti

registrato presso Nufabric Basement (Fermo) da Stefano Luciani e presso Duna Studio (Russi, RA) da Andrea Scardovi.

mixato da Gian Marco Monti e Andrea Scardovi al Duna Studio.

mastering a cura di Riccardo "Rico" Gamondi.

ogni istante di questo disco è per mia madre.

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Campidilimoni Falconara Marittima, Italy

Campidilimoni è Sebastian Procaccini, vive a Falconara Marittima, e si diverte poco. Queste sono le sue canzoncine, ora esce il disco, poi molto probabilmente smette. Ciao.

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